Risorgive, prati stabili, mulini, risaie e ville venete

L’acqua è il legante naturale di un territorio che offre distese incontaminate punteggiate da preziose ville palladiane, mulini, cascine, case a corte, colombaie ed altre architetture tipicamente rurali, ma anche resti di fortificazioni che testimoniano le vicende storiche medievali e luoghi di culto che raccontano la religiosità popolare.

Dai Romani ai Benedettini, dalla Repubblica di Venezia sino ai nostri giorni: la convivenza dell’acqua con l’uomo e le terre emerse è stata l’elemento di traino del sistema paesaggistico e dell’economia rurale.

Uno dei fenomeni idrici più interessanti è quello delle risorgive, sorgenti d’acqua dolce naturale che affiorano spontaneamente dal terreno andando ad alimentare i tanti corsi d’acqua che si irradiano nel territorio, vivificandolo e consentendo la presenza di prati stabili che danno foraggi tutto l’anno per l’allevamento bovino.

Il Tesina e il Ceresone, i due corsi d’acqua principali, assieme a rogge quali Tergola, Tribolo, Armedola, Tesinella e altri torrenti minori hanno favorito lo sviluppo di un’agricoltura basata su coltivazioni ad alto fabbisogno idrico. In primis il riso, con il mais uno dei prodotti simbolo della zona, coltivato principalmente nelle risaie presenti sulla fascia meridionale del territorio.

Numerosi segni testimoniano l’uso dell’acqua per scopi irrigui, idroelettrici e di produzione. Notevole è la presenza di manufatti ed opere idrauliche quali chiuse, idrovore, pompe; si incontrano anche centrali idroelettriche e soprattutto numerosi mulini, alcuni molto antichi, ben conservati e talvolta ancora in funzione.